Cod. 123 All’Opera… Le scuole al Maggio La Storia del Principe Don Carlos di G.Verdi
Pubblicato il 27 Mar 2013
Teatro Comunale di Firenze 21 – 22 – 23 – 24 – 25 marzo 2013
Offrire ai giovani una chiave per aprire le porte del magico mondo della lirica, rendendoli protagonisti sul palcoscenico, artefici di uno spettacolo unico, immersi nella fase preparatoria e nella progettazione per poi salire sul palco del Teatro Comunale, come interpreti di un’opera che loro stessi hanno contribuito a creare.
Tutto questo è avvenuto grazie al progetto “All’Opera… le scuole al Maggio”, giunto alla settima edizione che ha visto la collaborazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino nell’ambito del programma MaggioEdu, Fondazione Ente Cassa di Risparmio Firenze nell’ambito di “PortaleRagazzi” e l’Associazione Venti Lucenti che ha curato l’intera elaborazione e messa in scena dell’opera nonché la formazione di tutti i ragazzi che vi hanno partecipato.
Un progetto molto apprezzato dalle scuole, che ha coinvolto oltre duemila bambini e ragazzi delle primarie e delle secondarie di primo grado in un percorso che li ha portati a conoscere il Don Carlo, di Giuseppe Verdi, per poi mettere in scena La fiaba di Don Carlo, adattamento fiabesco liberamente tratto dal melodramma del compositore italiano.
Sul palco sono saliti, quest’anno, circa 900 ragazzi, che hanno partecipato ai 3 laboratori principali del progetto, protagonisti dei cori e della messa in scena, mentre altri 1.500, coinvolti nel percorso di introduzione all’opera, sono stati in platea per cantare due brani insieme ai coetanei.
Durante i laboratori gli alunni si sono avvicinati al mondo delle note, alla struttura ritmica e alle armonie, hanno preso coscienza dei temi dell’opera e delle romanze approfondendo le vicende del Don Carlo e il periodo storico in cui è ambientato e hanno messo in campo il loro ingegno e la loro fantasia per creare uno spettacolo nuovo.
L’opera lirica a misura di bambino e ragazzo: per respirare l’atmosfera del teatro e delle sue quinte, per confrontarsi con il palcoscenico e l’emozione del pubblico, per imparare a orecchiare la musica e intonare le arie più note, per avventurarsi nelle trame dei melodrammi e vestire i panni dei vari personaggi. La lirica rappresenta ancora uno dei fattori di eccellenza culturale del nostro paese nel mondo. È fondamentale che una simile espressione artistica continui, come da tradizione, a trovare accoglienza popolare nella sua stessa terra di origine, partendo innanzitutto dai giovani.
La particolarità del progetto è da ricercare proprio nella precisa volontà di tutti coloro che sono stati coinvolti di tentare di proiettare i giovani attori/cantanti nel mondo del melodramma, attraverso un percorso originale e continuamente verificato e corretto, operando tagli e aggiustamenti sulla musica, sul testo, sui personaggi, secondo un coerente disegno che ha privilegiato il versante della divulgazione rispetto a quello della fedeltà filologica, dell’emozione e a quello del rispetto dello sviluppo narrativo. Basti pensare, ad esempio, alla scelta di alcuni tagli “narrativi” per facilitare la messa in scena o a quella di trasformare tutti i bambini in soldati rendendo possibile, grazie all’interpretazione di un ruolo così simbolico, la discussione dell’intero gruppo su temi centrali del Don Carlo, ovvero l’importanza della libertà e di una cultura della pace, dell’inclusione e della tolleranza. La vicenda di Don Carlo, Elisabetta, Filippo e Rodrigo ha di fatto individuato un orizzonte fantastico all’interno del quale si potesse discutere sì dei temi dell’amore, del tradimento, della gioventù, ma anche di temi legati all’esperienza dei giovani interpreti, quali, su tutti il rapporto con i genitori, la libertà, il rapporto con la diversità. Più in generale è stato cercato di far leggere nella filigrana di una trama e di un tono tragico, i segni importanti di valori assoluti, ma anche la struttura di una fiaba… a lieto fine. In questo senso è apparso subito evidente, come del resto lo è sempre stato in questi anni, come fosse importante non tanto curare la tecnica del canto e la perfetta esecuzione da parte di 900 bambini coinvolti, quanto piuttosto contagiarli nella passione per il canto e conseguentemente nell’amore per il melodramma.
Anche l’esecuzione del Va’ pensiero, al termine dello spettacolo, ha non solo enfatizzato la ricorrenza del bicentenario della nascita di Verdi, ma ha anche sottolineato l’aspetto popolare e il valore sentimentale dell’arte magistrale del grande musicista. Allo sviluppo musicale e scenico sono stati affiancati (a beneficio soprattutto del pubblico) un testo letto da due attori, che introduce alle azioni, ai personaggi, alle ellissi narrative. Nel segno di un’opera raffinata e difficile si è quindi deciso di investire nel modo più ampio possibile gli alunni delle scuole fiorentine, le famiglie, ma anche il pubblico del Maggio Musicale Fiorentino e quello che abitualmente non frequenta il mondo del melodramma.
Le Scuole del Progetto “All’Opera… Le scuole al Maggio”:
- Scuola secondaria di 1° grado Pieraccini, classi: IIA, IB, IIB, IIIB, IIC, ID, IID, IIIE, IF, IIF, IH
- Scuola primaria Lavagnini, classi: IVA, VA, IVB, VB
- Scuola primaria Duca D’Aosta, classi: VA, VB, VC
- Scuola secondaria di 1° grado Guicciardini, classi: IA, IB, IC, ID, IIB, IIC
- Scuola primaria Nencioni, classi: IIA, IVA, IIIB, IVB, VB
- Scuola primaria B. Maria De Mattias, classi: III, IV, V
- Scuola secondaria di 1° grado Pirandello, classi: IB, IIB, IE, IIE
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