Cod. 616 – Peer Gynt (presso Auditorium Ottone Rosai)
Peer Gynt, il protagonista dell’omonimo dramma di Ibsen, passando attraverso due strade privilegiate, quella teatrale e quella
musicale.
Peer Gynt, il protagonista dell’omonimo dramma di Ibsen, passando attraverso due strade privilegiate, quella teatrale e quella
musicale.
La rielaborazione in chiave teatrale e musicale a cura de La Filharmonie propone una lettura musicale di tre racconti di Marcovaldo, insieme alle sonorità delle composizioni di Francesco Sottile
Peer Gynt, il protagonista dell’omonimo dramma di Ibsen, passando attraverso due strade privilegiate, quella teatrale e quella
musicale.
Peer Gynt, il protagonista dell’omonimo dramma di Ibsen, passando attraverso due strade privilegiate, quella teatrale e quella
musicale.
La rielaborazione in chiave teatrale e musicale a cura de La Filharmonie propone una lettura
musicale di tre racconti di Marcovaldo, insieme alle sonorità delle composizioni di Francesco
Sottile
Uno spettacolo in cui il grande artista racconta un periodo significativo della propria vita: l’infanzia.
In ogni spettacolo il grande artista racconta un periodo significativo della propria vita, la sua adolescenza sarà il tema di questa rappresentazione.
In ogni spettacolo il grande artista racconta un periodo significativo della propria vita, la Firenze del Rinascimento, sarà il tema di questa rappresentazione.
In ogni spettacolo il grande artista racconta un periodo significativo della propria vita, gli intrighi alla corte dei Medici e la creazione delle sue opere più famose saranno i temi di questa rappresentazione.
In ogni spettacolo il grande artista racconta un periodo significativo della propria vita, la vecchiezza durante il periodo di Savonarola sarà il tema di questa rappresentazione.
“Posso dire una cosa?” è il leitmotiv dello spettacolo: esiste la reale possibilità di comunicare ed esiste la capacità di ascoltare?
Lo spettacolo attinge alla novella di G. Orwell come veicolo per introdurre agli studenti, la crudeltà del bullismo e la poesia del fare gruppo e del considerarsi uguali al di là dell’aspetto.